Che sia un racconto lungo o un romanzo vero e proprio, la scrittura non è solo un processo creativo ma piuttosto un lungo e tortuoso viaggio su per una montagna. All’inizio ci sono le idee e l’entusiasmo, ma poi la lunga percorrenza mette alla prova anche i metodici più costanti. Se non vogliamo rischiare di smarrirci e vanificare così settimane di lavoro solo perché “abbiamo perso l’ispirazione”, è bene munirsi di alcuni punti fermi all’inizio del viaggio. Ecco quindi i miei consigli per scrivere una buona storia, che mi hanno aiutato nella stesura del mio romanzo ma che tengo presente anche quando ho in mente un racconto di respiro meno ampio.
1. Fai una scaletta della tua storia
Prima di metterti a scrivere, pensa bene alla trama che avrà il tuo romanzo. Inizia con il riassumerla in due o tre righe e tieniti stretta questa sintesi: ti sarà molto utile quando dovrai stendere la sinossi e proporre il tuo romanzo all’editore.
Dopo una prima idea, sviluppa il progetto. Pensa a quanti capitoli (o paragrafi) vorrai scrivere, e di cosa tratterà ogni capitolo. Io ho iniziato con una sorta di tabella, con uno spazio dedicato ad ogni capitolo: all’interno di ogni spazio ho scritto tutti gli elementi che potevano essere presenti all’interno di quella specifica sezione del libro.
2. Conosci i tuoi personaggi
Chi è il protagonista del tuo romanzo? Cosa fa di mestiere? Ha una famiglia, un partner, un animale domestico? Dedica del tempo a conoscere i tuoi personaggi (almeno i tre o quattro principali), prendi appunti su di loro, indaga sul loro conto e sul loro passato come farebbe un buon detective. È importante non lasciare nulla al caso, nessun dettaglio.
Scrivere ogni informazione, poi, è importante anche per un altro motivo. Potremmo dimenticarci di un fratello o di un indirizzo, e creare delle incongruenze all’interno della trama che faranno storcere il naso al nostro editore: non possiamo dire che Paul è figlio unico a pagina cinque e poi menzionare suo fratello John a pagine trecentottanta!
3. Crea una routine di scrittura
Scrivere un racconto può essere l’avventura di una notte, ma scrivere un romanzo è un impegno di portata certamente diversa, che può richiedere mesi se non addirittura anni. Ecco perché è importante stabilire un momento della giornata (o della settimana) in cui dedicarsi alla scrittura, senza accampare scuse né procrastinare. Nel lungo periodo ciò che conta non è tanto la motivazione, ma la costanza.
All’inizio della stesura siamo carichi di idee, ben volenterosi, immaginiamo già di avere il nostro romanzo fra le mani e di annusare l’odore della carta appena stampata. Tutto questo trasporto emotivo ci fa bene, perché ci fa iniziare con il piede giusto. Ma poi subentrano la routine, la noia, e scrivere diventa quasi un’incombenza fastidiosa, un obbligo di cui vorremmo fare a meno. Ed è lì che dobbiamo mettere in campo la nostra routine.
Sapere che la sera, dopo aver concluso tutte le attività, o la domenica mattina ci dedicheremo alla scrittura ci mette già nella disposizione d’animo più adatta a scrivere. E perché non aggiungere anche una playlist particolare e il sapore di una certa tisana (o gelato, o quello che sia) in modo da creare un vero e proprio rituale di scrittura?
4. Crea un piano di lavoro (e rispettalo)
Parlando di routine e di costanza nel lavoro, non posso non menzionare la necessità di un vero e proprio “piano di lavoro” con scadenze precise a cui attenersi. Può trattarsi di un numero di parole (o battute) da scrivere ogni volta che ci si siede al PC, oppure di un numero di capitoli da concludere entro un mese, o ancora di una certa quantità di pagine da correggere e revisionare alla settimana.
L’imprevisto è dietro l’angolo e gli impegni sono tanti, quindi cerchiamo di non essere troppo ambiziosi. Tuttavia, poiché la scrittura è una scalata in solitaria e nessuno ci incalza, non darsi delle scadenze precise può rischiare di allungare anche di alcuni anni il nostro lavoro.
5. Annota ogni piccola nuova idea
Le idee migliori non vengono quando si è seduti al PC, davanti al foglio bianco, purtroppo, ma piuttosto quando si è in fila alla cassa del supermercato, sotto la doccia, mentre si lavano i piatti, durante il viaggio in metro. Si tratta spesso di idee luminose, che rappresentano quella svolta nella trama o quel miglioramento in un dialogo che stavamo attendendo dopo giorni (se non settimane) di stallo. È importante, anzi vitale, non perdere quell’illuminazione. Non possiamo sperare che ci ricorderemo quell’idea nel momento in cui ci rimetteremo a scrivere.
Cosa fare allora? Annotarla immediatamente – su una nota del cellulare, dietro uno scontrino, anche sulla carta igienica in mancanza d’altro. Annotarla subito e annotarla bene, in maniera che dopo potremo usufruire davvero di quel prezioso appunto. Se scriviamo giusto un paio di parole chiave, sperando che bastino a farci ricordare ciò che volevamo annotare, abbiamo perso tempo. La nostra mente non sarà in grado di ricostruire l’appunto per intero e la nostra nota sarà da buttare.
Personalmente, grazie ad una dritta di mio cugino che non smetterò mai di ringraziare per questo, ho scaricato un’app apposta per lo scopo. Si chiama Keep, fa parte del pacchetto Google ed è quindi sincronizzata con il mio account di posta elettronica. La cosa bella di quest’applicazione è il fatto che è fruibile anche dal PC. In questo modo, quando mi metto alla tastiera a scrivere, posso accedere alle note che avevo preso con lo smartphone e copiarle direttamente all’interno del testo.
Consiglio BONUS: leggi il più possibile
Lo dicono tutti e mi aggrego al coro: prima di scrivere bisogna leggere. Per affinare lo stile, per migliorare la tecnica, per imparare nuove parole, per copiare i trucchi del mestiere dai grandi. Leggere deve diventare un’attività costante, quotidiana, il nostro nutrimento come scrittori. Come disse una volta il maestro Stephen King:
Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare queste realtà, non conosco scorciatoie.
In questo articolo ho parlato dei miei consigli per leggere di più e fare della lettura un’abitudine che duri nel tempo.