Ancora non ci credo: ho pubblicato il mio primo romanzo, Il colore delle fragole. Questi ultimi mesi sono stati (e sono tutt’ora) molto intensi – fra correzioni, editing, preparazione delle presentazioni e tutto il resto. Tuttavia, ora che il romanzo è fuori (lo trovate QUI), faccio un passo indietro per raccontarvi come è nata questa storia e come è diventata un libro – senza dimenticare alcune persone che, in modi e tempi diversi, hanno contribuito a questo progetto e a cui va tutto il mio ringraziamento.
Come è nato “Il colore delle fragole”
In principio non avevo alcuna intenzione di scrivere un romanzo – non credevo di esserne in grado. La storia contenuta ne Il colore delle fragole nasce infatti come un racconto breve, uno dei tanti che ho scritto in questi anni e che trovate pubblicati qui sul blog.
Tuttavia, più andavo avanti e più le cose da scrivere aumentavano, più la struttura si articolava e i personaggi diventavano più complessi. A un certo punto, mi sono resa conto che il racconto stava “lievitando” un po’ troppo. Così, ho messo mano alla massa informe che stavo scrivendo, l’ho organizzata in capitoli, ho messo su una struttura più rigida che potesse reggere tutta la storia. Piano piano è arrivato il romanzo.
Anche la pubblicazione non è stata un’idea mia – diciamo così. Per molti mesi ho tenuto il segreto sulla stesura del romanzo con tutti, anche con la mia famiglia. Non ne era a conoscenza davvero nessuno, lo sapevamo solo io e il mio vecchio computer (che conservava gelosamente il segreto della bozza).
Poi, a un certo punto, è uscito fuori da noi due. Ne ho parlato con qualcuno, l’ho fatto leggere a poche persone fidatissime che, insperatamente, mi hanno fatto i complimenti per quella prima bozza e mi hanno convinta che valesse la pena tentare di inviarlo a qualche casa editrice.
Prima della pubblicazione
Non immaginavo che la pubblicazione di un romanzo portasse con sé un tale carico di ansia. L’idea che il mio libro, la mia storia finisse nelle mani di tante persone, che dovessi subire il giudizio altrui e che non fosse più solo una cosa mia mi ha gettato nel panico più totale. Non è come pubblicare i racconti nel mio piccolo antro virtuale, qui sul blog – è un impegno ben diverso, con sé stessi e con i lettori.
Nelle settimane precedenti alla pubblicazione sono stata terrorizzata all’idea che qualcuno entrasse nella mia storia, che leggesse i pensieri di Margherita che poi sono i miei, che scavasse nella mia mente e nel mio cuore. Inutile negarlo, il romanzo parla di me e ci sono eventi del mio passato che ho avuto modo di elaborare proprio grazie alla scrittura.
Qualche ringraziamento
Ci sono un po’ di persone che devo ringraziare, che mi hanno permesso di dare forma al libro come lo vedete oggi. Oltre a ringraziare l’editore Giulio Perrone, per la fiducia accordata alla mia storia, e la editor Gaia Giaccone, che ha messo mano alle bozze e le ha rese presentabili e pubblicabili, vorrei menzionare personaggi e incontri che mi hanno portato sempre più nella direzione di questo romanzo.
Innanzitutto, lo psicologo che frequentavo qualche anno fa (prima di scrivere il libro, prima di aprire il blog, prima di intraprendere la carriera di giornalista, prima di tutto questo). Ai tempi lesse qualche mio racconto e apprezzò il mio stile e il mio modo di scrivere. Mi suggerì di proseguire su questa strada, perché secondo lui avevo talento, e mi consigliò addirittura di provare a pubblicare qualcosa di mio.
Non volli credergli, e per alcuni anni ancora i miei racconti sono rimasti gelosamente nascosti sotto chiave. Ma, quando ho iniziato a lavorare con la scrittura, non ho potuto non pensare alle sue parole e alla sua “premonizione”.
Un’altra persona che non posso non ringraziare è la mia maestra, la prima persona a leggere una prima bozza completa del mio manoscritto. Mi conosce da sempre, mi ha letteralmente insegnato a mettere la penna sul foglio e a scrivere. Quindi tutto quello che sono oggi lo devo anche a lei. Dopo aver letto Il colore delle fragole, ha creduto nel mio lavoro e mi ha spinto a inviare il manoscritto alle case editrici, certa del suo successo.
C’è poi Laura, una persona che è entrata da poco nella mia vita ma la cui importanza è già grande. Il suo atelier di pasticceria in stile francese ha portato un po’ di aria parigina anche dalle mie parti, e il suo sguardo romantico sulla vita e sulle cose mi ha dato la carica giusta per limare il romanzo prima di inviarlo alle case editrici. Inoltre, non posso non ringraziarla per aver inventato un dolcetto buonissimo dedicato al mio libro, che si chiama proprio “Il colore delle fragole”.
Infine, voglio ringraziare Alessandro, compagno di università e amico da una vita, perché ha sempre creduto in me e nelle mie capacità (scrittorie e non solo) – anche quando io ero la prima a non crederci. Prima di sostenermi nella stesura del romanzo, mi ha aiutato a fare pace con il passato e a chiarire i miei sentimenti, una massa putrescente che faceva male al cuore.
A lui inviai un paio di terribili capitoli de Il colore delle fragole (che poi ho eliminato, per fortuna di tutti). In quella occasione, fu così carino da non stroncare il mio tentativo di scrittura sul nascere – come forse avrebbe dovuto.