Ricordate quel tempo (per qualcuno forse lontano) in cui andare a dormire era una tortura a cui volevamo sottrarci in ogni modo, perché significava la fine dei giochi e delle belle attività della giornata? L’unico modo che avevano i nostri genitori per metterci a letto era quello di allietarci leggendoci o raccontandoci una storia.
Gianni Rodari è stato, in questo, l’aiuto di molte mamme e molti papà. Con le sue opere ha deliziato migliaia di bambini che non volevano addormentarsi, nascondendo in ogni favola un insegnamento prezioso – senza per questo risultare pesante o noioso. Oggi voglio parlarvi di una delle sue raccolte più celebri, che io ho conosciuto sui banchi di scuola: “Favole al telefono“.
Perché nascono le favole al telefono
“Favole al telefono” è una raccolta di favole e storielle molto brevi – ufficialmente per bambini, ma che possono dire molto anche a noi grandi. Se vi state chiedendo il perché di questo titolo così bizzarro e della brevità delle storie, bisogna che vi spieghi l’espediente letterario che fa da cornice a tutta la raccolta.
C’era una volta il ragioniere Bianchi, un rappresentante di commercio sempre in giro per l’Italia, che a casa sua (a Varese) lasciava la moglie e la figlia piccola. La bambina, ogni sera, pretendeva che il padre le raccontasse la favola della buonanotte, e l’unico mezzo che il ragioniere aveva per esaudire il desiderio della sua amata figliola era il telefono.
Il telefono è dunque il veicolo di queste piccole storie inventate e anche la ragione della loro brevità. Oggi siamo abituati a telefonate illimitate a costo fisso, ma un tempo ogni minuto alla cornetta costava – e non poco. Il ragioniere, poiché pagava di tasca sua le telefonate, ogni sera inventava una storiella breve per far felice la sua bimba senza al tempo stesso spendere una fortuna.
Le mie impressioni su Gianni Rodari
Ho conosciuto Gianni Rodari e “Favole al telefono” grazie alla lungimiranza della mia maestra della scuola elementare, che leggeva a noi alunni – seduti tutti a terra, in cerchio – passi di questo e altri libri. Essendo un libro che non ho mai posseduto materialmente (fino a qualche mese fa), ma che esisteva solo nei miei ricordi di piccola ascoltatrice, non avevo idea di cosa aspettarmi dalla sua lettura ora che sono adulta.
Sono rimasta sorpresa, innanzitutto, dalla brevità delle storie (brevità giustificata dall’espediente letterario a inizio libro). Alcuni dei racconti sono di appena mezza pagina, mentre i più lunghi arrivano al massimo a tre. Un’altra cosa che mi ha stupito piacevolmente è stata la presenza delle deliziose illustrazioni a corredo di alcuni racconti, realizzate da Bruno Munari. Si tratta di illustrazioni semplici, essenziali, realizzate apparentemente con una matita e con un lapis rosso/blu, che rendono il libro più simile a un quaderno di appunti che a una raccolta di racconti stampata.
Infine, colpisce l’inventiva dell’autore Gianni Rodari, la varietà incredibile di storie e di personaggi usciti dalla sua prolifica penna. Ci sono anziani maghi, proverbi che si fanno le scarpe l’un l’altro, bambine che si infilano dappertutto (anche nelle tasche e nelle bottiglie), bambini che diventano invisibili e re che mangiano il loro stesso trono. E poi c’è il lessico, un enorme calderone di parole ed espressioni inventate di sana pianta da Rodari, che non significano nulla, ma che rendono bene il senso di ciò che vogliono comunicare. Un esempio per tutti: il Mortesciallo Von Bombonen Sparonen Pestafrakasson.
Malgrado siano passati più di sessant’anni dall’uscita del libro, “Favole al telefono è un’opera senza tempo e senza età, sempre attuale nella sua semplicità, che continua a conquistare frotte di lettori grandi e piccini. Vi dico solo che quella che ho io in mano è la diciannovesima ristampa del volumetto – a dimostrazione della sua enorme diffusione che continua ancora oggi.
Questo libretto è anche un ottimo modo per rimettersi in carreggiata con la lettura dopo un periodo di blocco difficile da superare: la semplicità della lettura e la brevità delle favole non consentono scuse!
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