Il mese scorso sono stata invitata a partecipare, nella sede romana del Parlamento Europeo, al forum “La strategia europea dell’idrogeno”. È stata per me un’occasione per conoscere meglio questo vettore energetico e per comprenderne le applicazioni pratiche. Ma soprattutto per visitare un luogo solitamente interdetto ai semplici turisti. Ecco com’è andata.
L’emozione di entrare al Parlamento Europeo
Anche se le sue sedi più famose sono quelle di Strasburgo e Bruxelles, il Parlamento Europeo ha altre sedi “minori” dislocate su tutto il territorio dell’Unione. In Italia ci sono due sedi, una a Roma e una a Milano. Ho avuto la possibilità di partecipare a questo evento grazie all’invito di Antonio Rancati, direttore del magazine Ambiente con il quale collaboro da quasi un anno. Entrare al Parlamento Europeo (in via IV Novembre, alle spalle di Piazza Venezia) è stata un’emozione fortissima. Ho avuto come la sensazione di entrare in un luogo quasi sacro – come fosse stata una chiesa.
All’ingresso ho avuto la possibilità di ammirare una mostra fotografica che ripercorreva i momenti salienti della storia dell’UE – dalla nascita della CEE nel secondo dopoguerra fino alla firma del trattato di Maastricht negli anni Novanta. Vedere queste immagini mi ha fatto riflettere su quanto poco conosciamo la nostra storia e quella delle istituzioni che ci rappresentano – forse anche a causa di programmi scolastici insufficienti.
La strategia europea dell’idrogeno
Superato lo shock iniziale, ho preso parte al lauto buffet a base di ottimi rustici e pan canasta – era pur sempre ora di pranzo! Dopo aver mangiato, ci siamo tutti spostati nella sala adibita alla conferenza, che era stata organizzata dalla G.R.A.N.D. Academy per il New Deal. Fra i partecipanti produttori di auto a idrogeno, banche che stanno investendo nella sostenibilità, fornitori di energie rinnovabili, produttori di mezzi di trasporto urbano.
Ho scoperto che, come spesso accade, l’Italia si trova piuttosto indietro sul piano dell’introduzione dell’idrogeno come vettore energetico. Sì, perché l’idrogeno non è una fonte di energia ma viene definito “vettore”. In effetti, l’idrogeno non è solo una fonte di energia – come accade per il sole o il vento – ma le sue applicazioni possono essere molteplici. Può diventare combustibile per mezzi di trasporto, fonte di elettricità pulita, batteria per dispositivi elettrici, fonte di calore per i nostri appartamenti.
Viene considerato dalla comunità scientifica come alternativa alle fonti fossili (metano, petrolio, garbone) e come soluzione alla crisi energetica in atto. L’idrogeno deve essere visto come complemento al processo di decarbonizzazione, da sfruttarsi per quei settori che non possono essere elettrificati – o che possono essere elettrificati solo con costi eccessivamente alti (i cosiddetti settori hard to decarbonize).
Cosa resta dopo l’incontro
Alla fine della fiera, tante idee e tanti progetti già realtà all’estero ma che dalle nostre parti sembrano ancora fantascienza. Un esempio per tutti: i taxi a idrogeno progettati da Toyota scorrazzano da anni per le vie di Parigi, mentre il brand ha venduto solo una dozzina di auto a idrogeno in tutta Italia!
Per non dimenticare cosa si è detto a questa conferenza e per darvi un seguito concreto, è stato istituito un forum permanente che possa tenere viva l’attenzione sul tema dell’idrogeno.