La settimana scorsa ho avuto il piacere di partecipare al primo Festival del Giallo nella città di Napoli, al Palazzo Grenoble. Quattro giorni di eventi (9-12 giugno 2022), incontri, mostre e rappresentazioni dedicate al giallo in tutte le sue sfaccettature – dal romanzo criminale al fumetto in salsa retrò, passando per l’iconica Baker Street, dove sembrerebbe che Sherlock Holmes tuttora dimori.
Partecipando ho avuto come la sensazione di stare vivendo un happening. Il Palazzo Grenoble ha offerto diversi spazi al Festival e ognuno di questi ha ospitato una mostra, una conferenza, una presentazione. Noi partecipanti potevamo passare da un evento all’altro tranquillamente, facendo pausa alla buvette o intrattenendo quattro chiacchiere con i vari ospiti, in un’atmosfera serena e gioviale che un po’ stonava con i delitti e i misteri di cui si parlava. Oltre a questo, è stato allestito anche uno spazio adibito alla vendita di libri e fumetti gialli, che potevano essere autografati dagli autori presenti. Io personalmente non mi sono fatta sfuggire l’ultimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e un suo autografo sulla prima pagina.
Ma lasciate che vi racconti un po’ la mia giornata.
A colazione con Sherlock Holmes
Abbiamo iniziato con una bella colazione in terrazza in compagnia dei soci di Uno studio in Holmes, l’associazione italiana che raccoglie i fan del famoso detective londinese. Gustando un ottimo cornetto con vista mare ho appreso che Sherlock Holmes è esistito davvero, che il fedele Watson ha scritto in prima persona le avventure dell’investigatore e che Sir Arthur Conan Doyle non è altro che l’agente letterario dell’autore! Watson infatti, esercitando la professione di medico, non avrebbe avuto tempo di occuparsi della pubblicazione dei 4 romanzi e dei 56 racconti e avrebbe lasciato il compito a Conan Doyle. O almeno, questo è quello che si sostiene nel cosiddetto Grande Gioco, nell’ipotesi cioè che Holmes sia un personaggio storico.
Ma sapevate che una delle avventure di Holmes è ambientata, almeno in parte, proprio a Napoli? Il racconto si chiama “L’avventura del cerchio rosso” ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1911. Narra di un affittacamere che si rivolge a Holmes affinché indaghi su un inquilino dalle abitudini piuttosto strane. Si tratta di un uomo barbuto che, da quando ha preso in affitto la camera, non ne è più uscito. Si fa consegnare tutto ciò di cui ha bisogno fuori alla porta della stanza, guardandosi bene dal farsi vedere da qualcuno. Quando Holmes, attraverso un gioco di specchi, riesce a sbirciare dentro la stanza, scopre che l’inquilino barbuto ha lasciato il posto a una affascinante signora. Chi è questa donna? In che rapporti è con l’uomo barbuto? Dove è finito quest’ultimo?
Ovviamente non vi dico altro, ma posso farvi un piccolo spoiler. I due personaggi misteriosi sono entrambi napoletani e, per comunicare fra loro, utilizzano una il codice Morse. La sequenza di lettere che a Watson sembra non suggerire nulla viene presto compresa da Holmes che la riconosce come italiano. Il messaggio che i due si scambiano, divenuto iconico fra i fan del detective, è il seguente: ATTENTA, PERICOLO!
C’è da dire che Conan Doyle, il nostro agente letterario, ha frequentato molto l’Italia – Napoli in particolare. Sua sorella, infatti, abitava alla Gaiola poiché aveva sposato un partenopeo. Inoltre, lui stesso è stato a Napoli e in costiera per il suo secondo viaggio di nozze. Un’altra piccola curiosità: nel 2004, Roberto D’Ajello ha tradotto in napoletano il racconto “L’avventura del cerchio rosso”. Il testo è oggi disponibile in un’edizione trilingue in italiano, inglese e dialetto.
Festiva del Giallo…in fumetto!
Dopo la colazione in terrazza, mi sono spostata in giardino. I fumettisti Daniele Bigliardo, Alessandro Nespolino, Luigi Siniscalchi e Carmelo Zagaria hanno parlato della loro esperienza con un altro investigatore molto famoso, questa volta proveniente dalla letteratura contemporanea italiana: il commissario Luigi Alfredo Ricciardi. Molti (me compresa) conoscono il personaggio nato dalla penna di Maurizio De Giovanni grazie alla trasposizione televisiva, dove Ricciardi ha il volto di Lino Guanciale. Pochi sanno però che Ricciardi, prima di essere una fiction della Rai, è un fumetto edito da Bonelli che attira un bel bacino di pubblico. Soprattutto un pubblico femminile, specificano i quattro disegnatori. Le donne infatti seguono con grande trasporto gli struggimenti d’amore del commissario, dimidiato fra la dolce Enrica e la seducente Livia.
I quattro disegnatori di Bonelli hanno curato anche la trasposizione a fumetti della serie de “I bastardi di Pizzofalcone” sempre ispirata ai romanzi di De Giovanni. In quel caso, la trasposizione televisiva (con Alessandro Gassmann fra i protagonisti) c’era già stata…cosa fare? La rappresentazione a fumetti sarebbe stata vincolata alla rappresentazione dei personaggi così come si vedono nella fiction. Ma i fumettisti hanno avuto un’idea che ho trovato geniale: perché non trasformare tutti i personaggi in animali? Ecco che il commissariato si è popolato di cani, volpi, lupi con andatura bipede e vestiti con abiti umani – un espediente che è piaciuto moltissimo ai lettori!
Una chiacchierata con i maestri del giallo italiano
La mia giornata al Festival del Giallo si è conclusa nella sala delle proiezioni. Qui hanno preso la parola due importanti autori del giallo italiano contemporaneo: Giancarlo De Cataldo e Cristina Cassar Scalia.
Giancarlo De Cataldo, noto a tutti per il suo “Romanzo criminale”, ha presentato in anteprima al pubblico il suo ultimo lavoro intitolato “La svedese” (di cui vi parlerò presto). È una storia di borgata, di criminalità della periferia ma, soprattutto, una riflessione sulla pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle vista con gli occhi della povera gente. La svedese è un personaggio ibrido, fluido, a metà fra l’universo maschile e quello femminile. Come accade nella malavita romana, questo soprannome è stato affibbiato al personaggio dagli altri membri della borgata. La svedese possiede un fascino e un potere seduttivo non si lascerà sfuggire e che saprà sfruttare a proprio vantaggio, in una ascesa al potere che sembra piuttosto una discesa agli inferi.
Cristina Cassar Scalia, invece, ci ha parlato delle avventure di Vanina Guarrasi, poliziotta catanese protagonista di romanzi di successo quali “Sabbia nera” e “La salita dei saponari”. L’autrice, medico di professione a Noto (Sicilia), non ha fatto il suo esordio alla scrittura con un giallo. La svolta è avvenuta, come spesso accade, in modo casuale. Alcuni amici avevano comprato una casa a lungo tempo disabitata con un montacarichi incassato nella parete che lasciava spazio all’immaginazione. E se in quel montacarichi fosse nascosto un cadavere o occultato un qualche oscuro segreto? Da quel momento, Vanina Guarrasi è diventata la migliore amica dell’autrice, che se la ritrova sempre con il fiato sul collo a suggerirle nuove avventure.