Viviamo in un mondo che viaggia alla velocità della luce, dove le notizie corrono sui social prima che sui media. Il tweet di un politico o di un personaggio famoso può essere il modo più veloce per annunciare una decisione, l’uscita di un libro, una morte improvvisa. Con questi mezzi, le notizie arrivano direttamente ai fan (ai followers) e in maniera molto più efficace di quanto possa fare una tradizionale conferenza stampa riservata ai giornalisti.
Che senso hanno i giornali allora? ci si potrebbe chiedere. Le testate online devono rincorrere in maniera spasmodica l’ultima news, e riuscire a darla prima degli altri per accaparrarsi più click e più lettori. In questa folle corsa contro il tempo, è scontato che i giornali di carta non hanno alcuna possibilità di competere.
Immaginiamo che muoia il Presidente della Repubblica questa sera. Il sito web e le pagine social ufficiali del Quirinale daranno per primi la notizia. Seguiranno a ruota le agenzie di stampa, e successivamente tutte le testate online, in modo più o meno fulmineo, e poi le edizioni speciali dei telegiornali. Sui giornali di carta, la notizia sarà stampata solo nella notte, per comparire in edicola domani mattina.
Se non è possibile competere con la velocità a cui viaggiano le notizie oggigiorno, i giornali di carta devono per forza offrire qualcosa in più ai loro lettori, qualcosa che non trovano nelle notizie flash che rimbalzano sui social e sul web, e che li spinga all’acquisto (nemmeno più tanto economico ormai). Questa ricerca ha reso i quotidiani sempre più simili alle riviste a cadenza settimanale o mensile – ecco perché molti giornalisti parlano di MAGAZINIZZAZIONE DEI QUOTIDIANI.
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Cosa c’è dentro un giornale?
Sui giornali di carta, le notizie (r)esistono ancora, come è giusto, poiché l’obiettivo principale del quotidiano resta ancora quello di informare i lettori su ciò che succede nel mondo. Tornando all’esempio della morte del Presidente, il giorno dopo troveremo i giornali pieni di approfondimenti sulla sua vita, sulla sua carriera e sull’eredità politica che lascia al Paese – tutte informazioni che integrano l’asettica notizia della morte.
Ma ecco una carrellata dei “pezzi” che possiamo leggere non solo sfogliando un giornale cartaceo, ma anche accedendo al portale online di una testata.
Hard news
Nel gergo giornalistico, le hard news raccontano eventi improvvisi che hanno conseguenze importanti a livello locale, regionale, nazionale o internazionale. Si tratta, quindi, di notizie di cronaca, di politica nazionale ed estera, di notizie economiche o relative ai conflitti nelle varia parti del mondo, infine di notizie di calamità naturali come terremoti o alluvioni.
Insomma, le hard news sono le notizie vere e proprie: lo scoppio della guerra, un omicidio di mafia, il crollo di una palazzina, il lancio di un razzo nello spazio, la vittoria degli Oscar o dei mondiali di calcio, l’approvazione dell’ultima legge di bilancio. Tornando all’esempio del (povero!) Presidente della Repubblica, l’annuncio della sua morte rientra in questa categoria.
Soft news
Detti anche “pezzi freddi” poiché la loro pubblicazione non è regolata (nella maggior parte dei casi) dalla contingenza, le soft news rappresentano approfondimenti su fenomeni di costume, tendenze culturali, case history, recensioni di libri o film in programmazione al cinema.
In pratica, si tratta sì di notizie, ma non urgentissime da pubblicare (non fa molta differenza, per il lettore, apprenderle oggi o domani). Ecco perché, nella struttura di un giornale cartaceo, le soft news sono spesso considerate un po’ dei jolly tappabuchi che possono essere gestite in maniera più libera rispetto alle hard news.
Opinioni
Detti anche “editoriali”, questi pezzi si pongono come obiettivo quello di aiutare i lettori a comprendere meglio la realtà o un particolare fenomeno. Possono essere scritti da giornalisti (magari anziani, con anni di esperienza alle spalle), ma anche da esperti di un preciso settore (storici, attivisti, virologi, editori…); talvolta sono redatti da personaggi politici.
Come suggerisce il nome, l’autore dell’editoriale scrive per dare la sua opinione su una certa questione. Non tutto quello che c’è scritto va preso per oro colato, ma la lettura del pezzo può essere comunque utile a maturare la propria opinione.
Approfondimenti
Anche le notizie di approfondimento, magari su un tema caldo nell’opinione pubblica, possono essere utili a noi lettori per comprendere meglio le dinamiche dietro alcuni eventi. Quali sono i motivi dello scoppio della guerra in Ucraina? Quali le cause dell’inflazione che stiamo sperimentando? Perché l’intelligenza artificiale sta mettendo a rischio milioni di posti di lavoro in tutto il mondo?
Un bel pezzo di approfondimento, ben curato e ricco di informazioni, ci fa entrare dentro una macro-notizia e ci aiuta a capirla meglio. Ovviamente, non possiamo aspettarci la stessa completezza e ricchezza di informazioni da un telegiornale o da una news letta online.
Interviste
Pubblicare un’intervista significa chiedere a un esperto il suo parere in merito a un fatto, oppure dare la possibilità a un artista di promuovere un suo progetto (film, libro, disco musicale…), o ancora a un politico di dimostrare le proprie ragioni e “tirare acqua al suo mulino”.
In Italia sono molto diffuse, sia sui giornali cartacei che su quelli online, mentre nel resto del mondo sono meno frequenti. In altri Paesi, come Stati Uniti o Regno Unito, si preferisce infatti la forma dell’editoriale per dare a un esperto la possibilità di parlare.