Prendete un’estate così calda che non si può sopportare, trascorsa in un paesino sperduto chiamato Palma Campania (esiste davvero, è in provincia di Napoli). Aggiungeteci tre cugini che non si vedono da anni e che si ritrovano a passare le vacanze estive nella vecchia casa dell’infanzia. Completate il tutto con una nonna che sembra andata completamente fuori di senno e una badante straniera con un debole per gli uomini più giovani.
Questi sono gli ingredienti del libro “Non muoiono mai” dello scrittore napoletano Francesco Spiedo. Ho avuto l’occasione di conoscere Spiedo e questo libro al Festival della Letteratura Indipendente che si è svolto lo scorso anno a Pomigliano, e mi sono subito innamorata di questa storia – forse perché non è tanto diversa dalla mia. Anche io, come i protagonisti del libro, sono una nipote cresciuta alle prese con una nonna anziana e un tantino sciroccata, e anche il linguaggio e i luoghi della storia mi sono molto familiari.
“Non muoiono mai”: storia di un’estate speciale
I vecchi non muoiono mai, ma anche gli amori mai davvero dimenticati, i traumi e le ferite che ciascuno di noi si porta dentro sono eterni e non ci abbandonano. Il senso di questo libro, e del suo titolo, è proprio questo.
I protagonisti della storia sono tre cugini ormai grandi che, per ragioni diverse, scelgono di tornare nella casa della nonna a trascorrere l’estate. Margherita, o meglio Margot, torna da Parigi dopo anni di lontananza e dissimula con l’accento francese il suo male di vivere. Enrico cerca di nascondere, dietro l’apparente strafottenza, un dolore troppo grande per essere portato solo sulle spalle. Infine c’è Pasquale, il più piccolo dei tre, che ha trovato nelle piante la fuga dalle sue insicurezze.
Cosa può succedere nella torrida estate a Palma Campania? Assolutamente nulla, si potrebbe pensare. E, del resto, tutto è già successo. Ognuno dei membri della casa (nonna compresa) serba un segreto, in una calma apparente che è come una polveriera pronta a esplodere.
Una storia, tante storie: ognuno ha i suoi segreti
“Non muoiono mai” è un libro corale, un racconto fatto a più voci. Francesco Spiedo ci porta nella mente e nei pensieri di tutti e quattro i protagonisti (i tre cugini e la nonna), ci fa percepire i loro dolori, ci racconta il loro passato. Le quattro voci si alternano nel susseguirsi dei capitoli, e noi possiamo vedere la vicenda che avanza attraverso punti di vista diversi ogni volta.
Ecco allora che, piano piano, scopriamo il vero motivo per cui Margot ha lasciato la Francia, le paure che affollano la mente di Pasquale, la ragione della rabbia di Enrico contro il mondo intero. Il racconto della nonna, invece, affonda le radici in un passato più profondo e sembra quasi essere scollato da tutto il resto – fino allo sconvolgente epilogo che rimescola tutte le carte in tavola.
I diversi piani del racconto possono creare un po’ di difficoltà nella lettura ma, andando avanti con la storia, si conoscono meglio i personaggi e si possono quasi riconoscere le loro voci. Il grande lavoro di Spiedo è stato quello di creare – oltre a una storia unica – anche un modo di narrare unico per ogni protagonista. Anche se non è specificato chi sta parlando, si capisce sin dalle prime righe se a raccontare è Enrico o Pasquale o Margherita.
Tre cose che ho apprezzato di questo libro
La prima cosa che mi è piaciuta di questo libro è il linguaggio: spontaneo, colloquiale, arricchito qua e là con espressioni in dialetto napoletano. Magari chi vive fuori dalla Campania potrebbe avere qualche problemino a comprendere alcuni passaggi e alcune espressioni. Tuttavia, ci sono cose che dette in napoletano hanno un senso completamente diverso e più intenso rispetto alla traduzione in italiano, quindi non mi sento di condannare la scelta stilistica dell’autore.
Un’altra cosa che ho apprezzato molto è l’ambientazione a me così familiare – e anche su questo sono un po’ di parte. La vita noiosa nel piccolo paesino di provincia, l’esistenza della nonna scandita da abitudini e rituali sempre uguali, il caldo che non si tollera…leggendo queste pagine mi è sembrato di vivere un po’ la mia vita – e devo fare i complimenti all’autore per averla raccontata meglio di quanto avrei saputo fare io.
Infine, vi consiglio la lettura di questo libro per la presenza di diversi colpi di scena per nulla scontati. Leggendo si scoprono lati nascosti dei protagonisti, si comprendono i motivi di scelte che sembrano essere state avventate, si svelano misteri irrisolti e vecchi di anni. Insomma, una lettura che tiene attaccati fino all’ultima pagina.
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